mercoledì 18 settembre 2013

L'Uomo della Carità - Don Luigi Di Liegro

mercoledì, 18 settembre
L'Uomo della Carità - Don Luigi Di Liegro
Don Luigi Di Liegro è il fondatore della Caritas, l'organismo che per la prima volta ha dotato Roma di una vera rete di solidarietà.  Luigi è un prete anticonvenzionale, uno che ha passato la sua vita a chiedersi: cosa può fare un prete per aiutare concretamente i bisognosi? Come si mette in pratica il cristianesimo oggi, per le strade?  Raccontiamo dunque la sua vita, fatta di azione e avventure più che di preghiera e contemplazione.  A partire da quando si fece minatore per star vicino agli immigrati italiani in Belgio a quando occupava edifici dismessi per dar dimora ai sieropositivi, quando ancora l’Aids era una malattia sconosciuta e temuta. E’ una vita di battaglie e di vittorie, in cui Luigi imparerà che la strada della carità, quella vera, non è quella comoda e lastricata che spesso tanti preti si scelgono.

Regia: Alessandro di Robilant

Prime Time: Prima Tv di Canale 5, lunedì 21 maggio 2007

Numero serate: 2

Cast artistico

Giulio Scarpati
Carlo Gabardini
Simone Gandolfo
Chiara Gensini
Ugo Conti
Claudia Coli
Flavio Pistilli
Moira Grassi
Marcello Arnone
Con la partecipazione di
Renato Carpentieri
e con
Mariano Rigillo

(crediti non contrattuali)


Riassunti



Prima Puntata
Anni Cinquanta, Belgio, conosciamo Luigi Di Liegro nelle vesti di minatore mentre lavora a fianco degli immigrati italiani. Capisce lo strazio dell'emigrante: lasciare i propri cari o morire di fame. E' qui che Di Liegro conosce Don Eugenio, l'amico che rimarrà con lui tutta la vita per incoraggiarlo, spronarlo e qualche volta metterlo di fronte ai suoi errori. Di Liegro è un uomo d'azione, odia l'immobilità ma per questo si trova spesso a correre da solo, avanti a tutti, perché prima di tutti intuisce il problema e la sua soluzione. Come in questo caso in cui il progetto di Don Luigi fallisce: il vescovo non vede di buon occhio la sua vicinanza con i minatori e lo rispedisce rapidamente a Roma.
Primi anni Settanta, Roma, nella parrocchia di Don Eugenio i carabinieri hanno fatto un'irruzione nella struttura della Pastorale che si occupa di Servizi Sociali: malati legati ai letti e trattati come bestie. Di Liegro tocca con mano la scandalosa ipocrisia di quella che dovrebbe essere la carità cristiana. Il nostro ha un duro scontro con Monsignor Fabbri il quale, quasi per sfida, decide di affidargli la direzione della Pastorale. Don Luigi non si tira indietro e, dal niente, comincia a costruire quella che diventerà la “Caritas”. Il progetto culmina nella creazione dell'Ostello di Via Marsala, una struttura pulita, efficiente, con mensa, docce e posti letto per tutti coloro che non ne hanno e vivono all'addiaccio.  E' una vittoria indiscussa ma Luigi è già oltre, alla sfida successiva. Siamo nei primi anni Ottanta ed ha appena conosciuto Diana, un'adolescente di buona famiglia che è finita a vivere per strada. Diana ha una strana malattia, poco conosciuta perché nuova, l'AIDS.



Seconda Puntata
La Caritas è diventata una struttura efficiente e autonoma. Don Luigi si dedica alla creazione di una casa famiglia per malati di Aids nel parco pubblico di Villa Glori. La casa e il parco però si trovano in un quartiere dell'alta borghesia romana, i Parioli, e subito nascono i problemi. Incoraggiato dall'affetto per Diana e con la sua solita determinazione, Luigi occupa la casa cominciando fin da subito a trasferirvi i malati. Tra questi anche Alfio che, con la sua indole provocatoria e violenta, continua a non credere ai progetti di Luigi.  Intanto il quartiere si è mobilitato e ha costituito un comitato per l'espulsione dei malati dalla loro area. Il comitato fa pressione sul Comune e sembra avere la vittoria in pugno. Nel frattempo Diana muore e Luigi decide di celebrare il funerale della ragazza proprio ai Parioli, di domenica, durante la Messa. E' un evento straordinario che spiazza i fedeli tra i quali i genitori di Diana. Con parole semplici Luigi riesce a far breccia nel cuore dei presenti e a convincerli che la ragazza scomparsa, insieme a tutti i malati, faceva parte della loro stessa comunità. Dopo questo evento il comitato si ritirerà e la casa famiglia di Villa Glori otterrà l'autorizzazione.  Primi anni Novanta, Luigi viene mandato in Albania con un nuovo incarico. In viaggio con Eugenio Luigi ha la possibilità, ancora una volta, di intuire quale sarà il nuovo problema da affrontare. Migliaia di clandestini si stanno ammassando sulle coste. Stanno fuggendo e vogliono venire in Italia. Eccoci allora a Roma, nell'ex pastificio Pantanella, con Luigi che si batte per l'accoglienza degli immigrati. Ma è una sfida che Luigi non fa in tempo a vincere. E' troppo tardi con quel cuore… le sue condizioni si sono aggravate ed è costretto a ricoverarsi. Ma forse niente è ancora perduto, il problema della convivenza tra popoli è come un simbolico testimone che Luigi passa alle generazioni future. Nelle ultime ore di vita di Don Luigi si fa di nuovo vivo Alfio. Sembra in forma, pulito, elegante, ed è lì perché vuole salutare, sarà l'ultima volta, quel prete che lo ha amorevolmente assillato e spronato per tutta la vita.

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