martedì 17 settembre 2013

dalida

martedì, 17 settembre
Dalida
Modello e leggenda per una generazione di donne, Yolanda Cristiana Gigliotti in arte Dalida, (1933-1987), ha costruito e decostruito in continuazione il puzzle della sua vita, una vita vissuta in cerca di amore, di successo, di felicità. Rompendo gli schemi ha deciso personalmente cosa fare di sé, scappando dal suo luogo di nascita, osando, mettendosi sempre in gioco senza mezzi termini. 
Dalida non rappresenta solo la difficoltà di conciliare l'apparire e l'essere, la donna pubblica, Dalidà appunto, con quella privata, semplicemente Yolanda.  Dalida ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi soprattutto, la nascita di un modello, il suo modello.  Ha incarnato la determinazione, la capacità di continuare a cercare, nonostante le paure e le delusioni d'amore.

Regia: Joyce Bunuel

Prime Time: Prima Tv Canale 5, domenica 28 maggio 2006

Numero serate: 2 






Cast artistico

Sabrina Ferilli
Christopher Lambert
Charles Berling
Arnaud Giovaninetti
Alessandro Gassman
Carole Richiert
Fanny Gilles
Vincent Lecoeur
Fabrice Deville
Marie-Noele Bordeaux
Michel Jonasz
Rushi Videnliev
Dominique Besnehard
Antonio Interlandi
Jean-Pierre Hebrard
Patrick Massiah
Silvana Gasparini
Nikolai Ouroumov
Sidney Zaoui
Roberto Bestazzoni
Laurent Olmedo
Amina Medjoubi
Eric Verdin
Faisal Attia

(crediti non contrattuali)



Riassunto delle puntate


Prima puntata


Dalida nasce a Parigi nel 1956 perché prima... era un'altra persona: era Yolanda Gigliotti, figlia di una casalinga e di un violinista, due italiani emigrati in Egitto.  opo la vittoria del concorso di Miss Egitto, nel 1950, Yolanda trova la forza per iniziare a costruire il proprio destino. Parte, va a Parigi e inizia a fare provini come cantante. Nel 1956 si presenta a un'audizione con il nome di Dalila, ispirandosi al film "Sansone e Dalila". È Fred Machard, scenarista di "Villa d'Este", a consigliarle di sostituire quella ultima L con una D e Yolanda accetta, così nasce Dalida, una cantante che si fa notare per carisma, determinazione, per la sua voce e per una presenza da "piccola gitana". Il produttore Barkley e il direttore artistico Lucien decidono di puntare su di lei e Dalida, in soli due anni, conquista i primi posti delle classifiche.  La sua vita di artista inizia a prendere forma tra registrazioni, esibizioni, premi. Quella privata si muove con più difficoltà. La storia iniziata con Lucien non decolla: lui le chiede di sposarla dopo cinque anni di relazione, lei accetta ma forse è già stanca di un rapporto in cui le sembra di elemosinare attenzioni. Quando a Cannes, in uno dei suoi viaggi solitari, incontra Jean Sobieski, cede e si lascia sedurre dal suo corteggiamento e dai riguardi che questo giovane pittore le dedica. Lucien, rapito dal suo lavoro, dice di non essere felice perché in quel corpo di donna riesce a vedere solo la star, mentre Jean sembra innamorarsi di Yolanda. Almeno inizialmente, perché per gli uomini sarà difficile convivere con gli impegni, le assenze, i successi di Dalida...  Finita anche quella storia, la vita di Dalida viene sconvolta dagli ideali e dalla passionalità di un uomo coraggioso, tormentato, colto: è Luigi Tenco che le propone di cantare con lui, al festival di Sanremo, la sua canzone "Ciao Amore". Ma l'esibizione di Luigi è un insuccesso e la canzone, nonostante gli applausi rivolti all'interpretazione di Dalida, non entra in finale. La delusione è troppa per un ragazzo che aveva già accettato il compromesso di esibirsi per il pubblico di Sanremo. Quando, a fine serata, tutti vanno a festeggiare, lui preferisce tornarsene in camera. Sorride amareggiato a Dalida, poi la saluta, abbassa lo sguardo e le volta le spalle...


Seconda puntata
Dalida è inquieta: non riesce a godersi la cena pensando a Luigi che, deluso e arrabbiato per l'insuccesso di Sanremo, è solo nella camera d'albergo. Abbandona la tavola e scappa da lui, ma Luigi giace a terra morto e una lettera di commiato spiega le ragioni di quell'atto.  Il dolore è troppo, è un peso sul cuore fatto di amore non vissuto e di rimpianti e Dalida sembra incapace di sopportare lo strazio: tenta il suicidio, forse per raggiungere quell'uomo tanto importante che l'ha abbandonata nel peggiore dei modi.  Entra in coma ma ne esce, e torna a casa tra l'affetto dei familiari, degli amici, dei numerosissimi fans. Inizia un nuovo capitolo della sua vita, perché si avvicinerà alla filosofia buddista, in cerca di risposte ai suoi dilemmi esistenziali, alla sua ricerca di identità, scissa tra due personaggi con diverse esigenze, al suo desiderio di voler essere, di tanto in tanto, "dall'altra parte". È grazie ad Arnaud Desjardin che questa donna riesce, almeno momentaneamente, a conciliare le vite di Yolanda e Dalida, a capire che l'una non esiste senza l'altra e che solo cantando Yolanda è felice e solo grazie a Yolanda, Dalida non è solo, semplicemente, una star.  La storia con il trasgressivo e stravagante Richard Chanfray sembra darle gioia e tranquillità, nonostante sia osteggiata dal fratello Orlando. Ma, in seguito, è di nuovo il personaggio Dalida ad impedire una storia "normale": lui è un bambino rosso dalla gelosia e bisognoso di attenzioni e Dalida, stanca di questo infantilismo, lo lascia.  È un altro periodo difficile, in cui il compimento dei cinquant'anni incide in modo particolare. Dalida si trova a fare i conti con la propria vita, con l'impossibilità di avere una famiglia e dei figli, con la necessità di "rappacificarsi” col padre, ormai morto da tempo, ma con cui aveva delle questioni in sospeso e con la domanda sulla bontà o meno delle sue scelte.  È così che, in solitudine, il 3 maggio del 1987 Yolanda Gigliotti si suicida rendendo, da quel giorno, Dalida un personaggio immortale.




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